Go Study Australia
Lavorare come cameriere in Australia Yes, please! Quello che la maggior parte delle persone fa quando arriva a Sydney è cercarsi un lavoro come cameriere. Il modo più semplice per praticare la lingua, guadagnare soldi per viaggiare o restare e pensare al da farsi. Cercarlo poco prima delle vacanze di Natale, probabilmente non è stata una scelta da volpe del Bengala, gli staff sono già formati, ma in tre giorni di ricerche e di curriculum depositati, ti ritrovi, dopo una prova di un paio d’ore e un training con studio del menù, a lavorare in un ristorante italiano a 10 metri dal mare. Niente male. Gli australiani si sa, non hanno la benché minima cultura culinaria, così, si divertono a mangiare fuori praticamente sempre, anche perché, in proporzione, fare la spesa costa di più che infilare le gambe sotto un tavolo e lasciarsi servire. Anyway, tu grazie a questo trovi un impiego. Così, mentre attendi (forse) che in Italia il lavoro riparta, ma senza troppe speranze, ti prepari al tuo ruolo da protagonista di qualcosa qui a Sydney. Ecco 10 consigli per lavorare a Sydney in un ristorante italiano e non finire al manicomio. - Compratevi un paio di scarpe nere che vi calzino a pennello. Il numero giusto sopra ogni cosa. I vostri piedi ve ne saranno così grati dopo un mese di scorrazzate su e giù dal ristorante, da permettervi ancora di deambulare liberamente senza inciampare in voi stessi. - La lingua inglese: questa nemica sconosciuta. Quando per la trentesima volta non capite la richiesta del cliente, non date segni di cedimento. Concentratevi, fingete distacco dal mondo ed avvicinatevi al tavolo avvolgendolo con tutto il calore umano di cui siete in possesso. E poi, chiedete per l’ennesima volta: “Can you repeat me, please?”. Suonerà come un mantra alle loro orecchie e saranno talmente storditi da tutto quel calore europeo, da non accorgersi nemmeno di avervi già fatto la richiesta quarantacinque volte. - Per la legge del taglione, subito dopo vi capiteranno otto tavoli di australiani che a detta loro amano l’Italia, hanno capito che tu sei italiana e ne sono fieri. A tutti i costi, anche mentre tu stai provando ad apparecchiargli la tavola portando sale e pepe con i piedi, non riusciranno a trattenere la loro conoscenza linguistica espansa e dovranno per forza dirti tutte le parole che conoscono nella stessa frase. Che è sempre, puntualmente, questa: “Bela ragazza con pizza e mandolino e bevete Valpolicella (variabile a piacimento).” Tu sorridi in mancia veritas. - Oppure ci sono gli australiani con origini italiane e in questo caso scatta l’orgoglio natìo quando vedono nella carta delle birre l’Ichnusa. Ovazioni in ogni dove alla vista dei quattro mori. “I miei genitori sono di NUro” “Ma dai? Si dice Nuoro” “E si NUro”. Ok NUro. Dopo 4 ore di piatti bollenti, il cliente ha davvero sempre ragione. - A volte, durante le ore di fuoco furente, potrà sembrarvi che i clienti parlino tutti italiano. A quel punto, correte in spiaggia, cercate uno squalo in cui infilare la vostra testa per un po’, dopodiché rilassatevi e respirate. Tutto tornerà alla normalità in breve tempo e voi al vostro lavoro. - Quando un bambino vi sfreccia davanti con il suo amatissimo monopattino e voi reggete tra le mani tre portate che vi stanno procurando un’ustione di primo grado, sorridete ai genitori. L’ustione vale la mancia, che poi tanto avete la Medicare. - Quando i bambini sono tre, fingete la morte. Qualcuno vi raccoglierà, non siamo in Italia. - Gli australiani ad un tavolo potrebbero shareare anche la propria madre, ma voi non ci fate caso. In fondo, la logica dei piatti in condivisione è empatica, nonché creativa da vedere. Nello stesso piatto riescono ad infilare un pezzo di pizza diavola, tagliatelle alla bolognese, gnocchi al gorgonzola e saltimbocca alla romana. Il tutto spolverato con una dose massiccia di Parmigiano. Perché sì, lo amano. - Ma il Parmigiano merita una postilla a parte. Lo amano talmente tanto da volerlo infilare ovunque. Sul pesce al forno, sugli spaghetti coi gamberi e le loro facce hanno dell’incredibile quando tu dici seria: “No, non posso metterti il Parmigiano sugli spaghetti coi gamberi, è contronatura.”, come bambini in punizione abbassano la testa e mangiano in silenzio. Fanno quasi tenerezza che, vorresti portargli una forma intera di Parmigiano al tavolo in modo che possano divertirsi ad infilarci la faccia. - La soddisfazione maggiore infatti, la raggiungete quando offrite il Parmigiano. Indipendentemente dall’età, l’eccitazione che mettono nella risposta è identica: “Do you want some Parmesan? Yes! Please”. Una risposta urlata, con separazione ritmica delle parole che suona un po’ come le incitazioni dei marines. Ve la daranno con tutta la forza di cui sono capaci. Ma tutto questo vale la pena? Yes! Please. " I nostri servizi sono gratuiti! Cosa aspetti? CONTATTACI"